Choròs continua le attività di comunità

• Choros Comunità •

Se da una parte il blocco delle attività culturali ha costituito un grosso fermento di iniziative sul web, dall’altra ci siamo posti la questione di un possibile silenzio mediatico. Quanto può essere utile sovraccaricare i social media di informazioni o iniziative? Certo, le associazioni, nel loro piccolo, hanno la necessità di sentirsi vive e comunicare con l’esterno. Quindi, sì, capiamo che è necessario, che ci servono le voci di chi, malgrado tutto, non si è mai fermato! Ma come comportarsi con i partecipanti di un laboratorio teatrale? Come gestire gli impegni saltati e la programmazione delle stagioni che verranno? E se verranno, quando?

Le abbiamo provate quasi tutte le piattaforme di video-conferenza e, alla fine, stiamo cominciando ad affezionarci agli appuntamenti in tuta e ciabatte. Anche noi dell’Associazione Choròs abbiamo cominciato a contattare i partecipanti al laboratorio del mercoledì perché, come la famiglia e i colleghi, sono parte della rete di relazioni fondamentali che sentiamo la necessità di coltivare. Oggi scopriamo un nuovo livello di narrazioni di comunità. Cercando di superare il pour parler che, spontaneamente, ci spinge a discutere sulla possibile ripercussione sociale che tutto questo avrà, ci chiediamo “come stiamo”. Queste condivisioni possono essere, ragioniamo, un vero momento di bellezza partecipata. Cosa siete riusciti a fare in questo periodo che non vi eravate mai permessi di fare prima? Scopriamo, allora, la soffitta di Gabriella, i libri di Marianna e la passione per gli audiolibri di Sara. Alba ci parla della bellezza della solitudine e Céline di quella del giardinaggio (le mancano solo alcune piantine, per essere veramente felice). Federica legge come non mai e Mattia lavora da casa. Mariella ci dice che “non ha il ricordo di un tempo come questo, nell’arco della propria vita”.

Per sbaglio aggiungiamo alla telefonata un’omonima di Giovanna (la nostra mitica sarda). Anche lei Giovanna, anche lei sarda. Si trova a Cagliari e ci chiede, lecitamente, chi siamo. “Siamo il gruppo di Teatrocomunità! Ci troviamo a Torino. Lei come sta?” Ci ha emozionato tanto l’idea di aver raggiunto una persona a caso dall’altra parte del mare! Che sia una nuova forma di Teatrocomunità? 

Ci salutiamo e ci auguriamo ogni bene, come sempre. Non ci prenderemo per mano, oggi, per chiudere il lavoro del laboratorio. Ma ci stringiamo telematicamente l’uno all’altro nella speranza di vederci presto e di continuare a costruire, anche a distanza, la storia condivisa di Choròs – Teatrocomunità. 

Io sono nessuno. Tu chi sei?

Nessuno pure tu?

Allora siamo in due, ma non dirlo –

potrebbero cacciarci, lo sai!

Emily Dickinson

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